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Al tempo del mio arrivo, nel 1971, la capitale si chiamava ancora Fort Lamy, il presidente era François Tombalbaye, e nel Paese era in atto una specie di rivoluzione culturale che voleva il "ritorno alle origini": imponeva agli adulti di partecipare alle cerimonie di iniziazione tradizionali, cui erano normalmente sottoposti soggetti in età adolescenziale, il "Yondò", che, oltre alla iniziazione, include prove fisiche adatte ad individui giovani. Le prove del Yondò, infatti, possono essere pericolose per fisici adulti e non allentati. Molti "iniziandi" morirono durante queste cerimonie "forzate".
Nel 1965 scoppiò una rivoluzione nel corso della quale il presidente Tombalbaye fu assassinato, e fu istituito un governo provvisorio, con a Capo il generale Malloum.
Questo è il periodo storico in cui io e la mia famiglia abbiamo vissuto nel Paese: eravamo a N'Djamena al momento della rivolta in cui fu rovesciato il governo Tombalbaye. Io ho continuato a servire il paese, sotto il governo di transizione del Generale Malloum, fino alla fine dell'anno 1978.
Il Ciad, infatti, era stato colpito dalla prima grande siccità saheliana. Il cereale di consumo più comune è il miglio, che ha diverse sottospecie adattate ai vari microclimi locali; mentre dal punto di vista alimentare le varie sottospecie sono ampiamente interscambiabili, nel senso che gli abitanti di una zona climatica possono benissimo mangiare la produzione di un'altra zona, possono NON esserlo dal punto di vista della coltivazione: i semi di una sottospecie possono non dare risultati soddisfacenti in una zona microclimatica differente. Per questa ragione, siccome la siccità era localizzata nella zona saheliana, bisognava da un lato comprare nel sud del Paese, ed anche nei paesi limitrofi, e dall'altro preservare la poca produzione locale, per poterla usarla come semente per la prossima semina. Senza tale azione. la tragedia della carestia si sarebbe perpetuata nel tempo, perché nessuna zona climatica può avere dei raccolti adeguati usando sementi non adattate allo specifico microclima.
Fui dunque costretto ad iniziare, a nome del PAM, un intenso programma di "acquisti locali". Oltre al mio ufficio, all'operazione partecipava anche quello del mio collega della Repubblica Centrafricana; la carestia, infatti, era presente oltre che nel sud del Ciad, anche in Repubblica Centrafricana. La maggiore difficoltà era costituita dal fatto che il miglio, in questi paesi, non si vende a sacchi, ma si usa una misura volumetrica locale: il Koro: costituita da una "calebasse" (una zucca africana usata spesso come recipiente), piena di miglio. Bisognava, dunque, comprare il miglio, koro dopo koro, insaccarlo e trasportarlo, cosa non facile in un Paese che era diviso dalla guerra civile: una delle regioni colpite era, infatti, il Guera, la cui capitale, Mongo era la sola ad essere in mano governativa: tutto il resto della prefettura era in mano ai ribelli!
Il Ciad è un paese bellissimo in tutte le tre zone climatiche che copre: il deserto, quasi tutto roccioso, ha un suo fascino naturale. la zona saheliana, nella sua boscaglia cespugliosa, ospita animali selvaggi straordinari, come gli elefanti della savana che talvolta si riuniscono in branchi di diverse centinaia di esemplari. Ci sono anche vari tipi di gazzelle e dei loro predatori: iene, sciacalli e licaoni. Inoltre, la presenza di numerosi pozzi d'acqua permette ai gruppi umani dediti alla pastorizia di tenere numerosi armenti di camelidi e bovini, che si affollano intorno alla'acqua, creando problemi di coabitazione agli umani loro proprietari.
Il Ciad è stato il primo paese in cui io ho lavorato: le mie precedenti presenze in Medio Oriente e Africa erano state quello di un giovane al seguito della famiglia di origine (il padre e la madre): quasi un turista, non costretto a "vedere" necessariamente la realtà delle cose. Mia moglie ed io ci abbiamo lasciato il classico "pezzo di cuore", ed ancora oggi, a distanza di più di quarant'anni conserviamo i nostri contatti con quel Paese!!!
Per evocare episodi interessanti di quel periodo, una parte el Paese, praticamente il Nord e parte dell'est era controllato dall'allora ribelli del Frolinat, sigla che significava "Front de Libération Nationale". Come ho già detto, tutta la regione del Guera (vedere "Mongo" nella carta) era in mano ai ribelli e non aveva da mangiare. Io avevo fatto una specie di "gentlemen agreement" con i ribelli, attraverso un sottoprefetto della zona, per cui alcuni camion carichi di miglio, venivano ufficialmente "perduti", e gli stock del cereale erano distribuiti alle popolazioni dagli stessi ribelli. Devo dire che non solo ho sempre ricevuto regolarmente i rapporti di distribuzione dei viveri di quella zona, con tanto di nomi dei beneficiari e firme per ricevuta dei viveri, ma ho spesso controllato di persona la veridicità degli stessi. E la cosa non succedeva regolarmente neanche nelle mie aree ufficiali!
A parte l'episodio degli elefanti e degli avvoltoi, descritto nel mio libro "Pensieri in Dialialisi", io e mia moglie siamo legati a tanti ricordi, belli e meno belli, tanto legati al colpo di stato, che alla vita di tutti i giorni, che era necessariamente leggermente fuori dal comune. Colgo l'occasione per condividere con tutti alcune foto di quel periodo. Ancora una volta, mia moglie ed io siamo ancora molto legati a questo paese, che amiamo profondamente!